Spesso si teme di rischiare di viziare il neonato se si accorre da lui ogni volta che piange. In realtà, questo è un timore che non ha nessuna ragione di sussistere in quanto il neonato non si percepisce come persona distinta dagli altri per cui non può neppure avere come scopo quello di fare capricci. Il pianto del bambino piccolo ha sempre una ragione. Nel momento in cui i bisogni di base (cibo, pulizia, ecc.) sono soddisfatti, se un bambino piange può darsi che sia perché si sente solo e quindi abbandonato. Ecco che in queste situazioni è importante che possa esserci per lui la figura materna che lo aiuti a ristabilire un senso di fiducia e di competenza. Un bambino, al contrario, può piangere anche a causa di un eccesso di stimoli intorno a lui e desiderare quindi, attraverso il pianto, di essere riportato a vivere in una condizione di calma e di quiete che lo riporta alla vita intrauterina. La mamma può aiutarlo in questa direzione allontanandosi con lui dalle fonti di sovraeccitazione che lo disturbano e cullandolo. In altri casi il bambino presenta un pianto inconsolabile nonostante i tentavi di consolarlo e coccolarlo. Sono i casi in cui il bambino, attraverso il pianto, scarica ansia e tensioni. E’ importante in queste situazioni permettere al bambino di buttare fuori ansie e agitazioni attraverso il pianto, mantenendosi presenti e disponibili ad assumere un ruolo più attivo nei suoi confronti nel momento in cui si creino le condizioni per poterlo fare. In realtà dietro al pianto di un neonato non c’è mai una domanda precisa ma la percezione di uno stato di tensione e di disagio interno. Spesso è in realtà la spontaneità della madre che la guida verso la risposta esatta al bisogno del proprio bambino. La madre è spesso la più capace nel calmare il pianto del bambino in quanto il loro dialogo e la loro sintonia risalgono alla gravidanza. Ma anche il padre e ogni altra figura che abbia con il bambino atteggiamenti di tenerezza ed affetto possono aiutare il bambino a ritrovare sicurezza e serenità. Ogni mamma trova poi il suo modo di consolare il proprio bambino. E’ cosa buona, se possibile, variare il tipo di risposta che si dà al pianto del bambino. Se la mamma non può rispondere immediatamente al pianto del suo bambino non deve sentirsi in colpa perché è importante anche che il bambino sperimenti la frustrazione. Sarà sufficiente fargli sentire la propria voce mentre lo si rassicura che prima possibile si sarà da lui.