Affinché il bambino possa sviluppare un’adeguata fiducia nelle proprie competenze è importante che possa percepire, da parte delle figure di riferimento, un’autentica apertura all’ascolto oltre che molta attenzione a ciò che dice. Nel momento in cui il bambino sta attraversando un momento di difficoltà, il primo atteggiamento dell’adulto spesso è quello di cercare di farlo reagire consolandolo ma ancor più negando o banalizzando i suoi stati d’animo. Tali modalità, pur utilizzate con il solo scopo di dare una mano al bambino, rischiano, al contrario, di fargli sentire che non può esprimere ciò che sente e prova. Un ascolto attento e silenzioso, senza la pressione di numerose domande, può invece aiutarlo a sentirsi accolto, compreso e, soprattutto, non giudicato e rimproverato. In molte situazioni, anche solo sentire di essere supportato da calore e da un atteggiamento empatico può aiutarlo a trovare le soluzioni di cui ha bisogno anche da sé. Dare quindi un’attenzione adeguata alle ragioni del bambino, indipendentemente dalla sua età e dalla modalità con cui riesce ad esprimerle, il sapergli riconoscere le difficoltà che sta affrontando e la fatica che sta facendo sono fattori molto importanti nel sostenere la sua fiducia e la sua sicurezza.
Altro aiuto importante può essere dato dal creare situazioni in cui il bambino possa sperimentare successi e gratificazioni prima di confrontarsi con situazioni di frustrazione e di insuccesso.
E’ inoltre fondamentale rispettare sempre i tempi di apprendimento di ciascun bambino senza sottoporlo a pressioni per lui eccessive.
Contrariamente a ciò che a volte istintivamente si tende a fare, anche il sostituirsi a lui nel raggiungimento di un dato obiettivo, o facilitargli troppo il compito, invece che essergli di aiuto, rischia di fargli passare che non lo riteniamo in grado di far fronte alle sue difficoltà. Nelle situazioni in cui lo si reputi opportuno, può essere invece utile suggerirgli un trucco o una modalità per affrontare un dato compito ma lasciandogli sempre la libertà di utilizzare o meno quanto gli proponiamo; bisogna infatti dare al bambino anche la possibilità di imparare a prendere decisioni in autonomia.
Altra modalità di aiuto consiste, inoltre, nel passargli il senso dell’errore come opportunità di apprendimento e non come dimostrazione di inadeguatezza; é importante in questo senso comprendere, attraverso un dialogo con lui, perché lo stesso si è verificato.
Il bambino ha inoltre bisogno di divenire consapevole delle ragioni sottostanti ad un suo insuccesso (es. un brutto voto in una data materia); solo così potrà anche comprendere le motivazioni dei conseguenti provvedimenti da parte dei genitori, piuttosto che viverli passivamente solo come punizioni di cui non riesce a coglierne neppure bene il senso. Nella correzione degli errori, inoltre, può essere più utile indicargli come pervenire alla soluzione corretta piuttosto che focalizzarsi troppo sull’errore stesso.
In tutto ciò che richiede, invece, di mettere in gioco la propria creatività, bisogna fare sempre molta attenzione a non restituire al bambino come erronea la sua rappresentazione di una data realtà; essa potrebbe invece solo essere molto diversa da come l’adulto la concepisce sulla base di rigidi schemi interiori. E’ importante anche rinforzare positivamente il bambino quando porta un risultato positivo e, a tale proposito,la modalità più efficace per farlo è parlargli di ciò che abbiamo provato per il suo successo. Esprimere invece apprezzamenti, seppur positivi, su di lui potrebbe portare poi successivamente il bambino a sentirsi investito di importanti aspettative rispetto alle quali potrebbe temere di non essere sempre all’altezza, determinando o accentuando, quindi, possibili problematiche legate ad ansia da prestazione.